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Prove Invalsi al computer, quando sono gli studenti a bocciare

Prove Invalsi al computer, quando sono gli studenti a bocciare

Le Prove Invalsi al computer, una delle novità di questo anno scolastico, non hanno ricevuto il consenso che si sperava. E a bocciarle sono stati prop

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Le Prove Invalsi al computer, una delle novità di questo anno scolastico, non hanno ricevuto il consenso che si sperava. E a bocciarle sono stati proprio i ragazzi…

Quante volte abbiamo ribadito la necessità di introdurre la tecnologia a scuola? Quante volte i “conservatori” si sono battuti perché ciò non avvenisse? In tutto questo, però, non è stato quasi mai preso in considerazione il parere degli studenti, ritenuto, a torto, quello più scontato.

D’altronde si pensava che una generazione di nativo-digitali non potesse che essere totalmente entusiasta di fronte alla diffusione della tecnologia in ambito scolastico. Ma non è così. Già, perché l’ultima “condanna” verso la tecnologia a scuola arriva proprio da chi non te lo aspetti: i ragazzi.

In particolare, a non soddisfare completamente i giovani sono state le Prove Invalsi al computer di cui vi avevamo già parlato qualche tempo fa. Un sondaggio effettuato su un campione di 4.500 studenti di terza media mostra infatti che gran parte degli alunni non ha gradito questo nuovo modo di fare le prove e che preferirebbe svolgerle nella maniera tradizionale, con carta e penna.

Un responso assolutamente sorprendente ma che è dovuto anche a ragioni “logistiche”. In altre parole le condizioni disastrose in cui versano le aule informatiche della maggior parte degli istituti italiani rende tremendamente più difficile compilare i cosiddetti questionari computer-based.

Stando al sondaggio già accennato qualche riga fa, infatti, soltanto il 40% degli studenti intervistati può vantare, all’interno della propria scuola, un’aula informatica in grado di accogliere tutti i candidati contemporaneamente. Ma c’è di peggio, c’è anche chi (13%) per fare le Prove Invalsi è stato costretto a recarsi “a scrocco” in un altro istituto.

Insomma, va bene stare al passo dei tempi, va bene volere per forza una scuola 2.0 ma prima bisognerebbe dare alle scuole i mezzi per poterlo fare nel concreto. A cominciare da computer di ultima generazione e connessioni un pelino più veloci. A meno che non vogliamo continuare a dare la colpa ai ragazzi che “rubano” la password del Wi-Fi dell’istituto.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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