Cervelli in fuga, una delle piaghe più grandi per il nostro paese. Parliamo di quei ragazzi che sono scappati. Quelli “non-pistola” secondo il Ministr
Cervelli in fuga, una delle piaghe più grandi per il nostro paese.
Parliamo di quei ragazzi che sono scappati. Quelli “non-pistola” secondo il Ministro Poletti e che hanno fatto bene a volare all’estero (ne siamo sicuri?). Chi è partito, ha lasciato tutto ed è finalmente realizzato.
Si parla di Valerio, che lavora a Londra nell’era delle banche digitali; parliamo di Martina, senior brand manager per la Mattel (sì quella delle Barbie) a Barcellona. O di Elsa che vive e dirige una galleria d’arte a Rio De Janeiro.
Cos’hanno in comune? Essenzialmente una laurea in economia e qualcosa alla Bocconi e soprattutto tanta voglia di fare. Sono partiti tutti, tra MbA all’estero e Magistrale nell’altra parte del mondo, per inseguire i propri sogni.
Prendiamo ad esempio Alessia, che ha fatto due tirocini a Parigi per Richemont, dopo una laurea in Marketing in Bocconi. Lei che oggi lavora da Tiffany&Co, quel marchio che un po’ tutte sogniamo, che riesce a far fruttare la sua specializzazione in Marketing di lusso e alta moda, qualcosa per cui l’Italia è sempre andata fiera.
Oppure Tommaso, che lavora per Unilever (praticamente il marchio che produce qualsiasi cosa, dagli shampoo ai gelati Algida), grazie ad un programma di tre anni che gli permetti di eseguire ogni anno un mestiere diverso in una sede diversa dell’azienda.
Toccherà anche a noi, come loro? Tirare fuori un sogno, metterlo nella valigia e partire?
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