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Aiuto, non porta il reggiseno

Aiuto, non porta il reggiseno

Una studentessa del Montana è stata sospesa perché non indossava il reggiseno sotto la maglietta. Scoppia un caso sui diritti delle donne: protesta e

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Una studentessa del Montana è stata sospesa perché non indossava il reggiseno sotto la maglietta. Scoppia un caso sui diritti delle donne: protesta e sit-in.

Ti sarà successo almeno una volta di essere ripreso a scuola per come eri vestito: il pantalone troppo basso, le scarpe slacciate, la gonna troppo corta, la maglia troppo scollata. Alcune scuole hanno un codice di abbigliamento, altre hanno una divisa apposita, altre ancora non si fanno troppi problemi. Di sicuro è buon costume vestirsi in modo appropriato all’ambiente scolastico, cercando di indossare capi semplici quali jeans, magliette e felpe o maglioncini senza troppi fronzoli. In fin dei conti, la scuola non è una passerella di alta moda. Eppure, negli ultimi anni, il problema dell’abbigliamento sta toccando sempre di più la scuola e il rapporto alunni-insegnanti.

In Montana, una ragazza è stata sospesa per qualche giorno perché è entrata in aula senza indossare il reggiseno sotto la maglietta.

Kaitlyn Juvik, adolescente liceale, aveva deciso di indossare una T-shirt nera che lasciava una spalla scoperta e, dunque, era possibile notare l’assenza della biancheria intima.

A far presente il fatto al preside è stato un compagno di scuola della giovane che si è lamentato dell’abbigliamento poco consono di Kaitlyn. Il dirigente scolastico della Helena High School, Steve Thennis, ha deciso quindi di sospenderla da scuola affermando che indossava capi inadeguati al codice adottato dall’istituto e che metteva a disagio le persone con la sua sfrontatezza. La studentessa ha reagito subito postando su Facebook una sua foto con la maglietta incriminata sotto la quale ha scritto: “Se qualcuno è curioso, questa è la maglia che indossavo quando sono stata rimproverata. Accorgersi che ero senza reggiseno era un’impresa davvero ardua“. In pochissimo tempo, il post è diventato virale e ha fatto il giro del mondo destando il clamore di molta gente; inoltre, ha favorito

la nascita di una pagina apposita dal nome “No Bra, no problem” sulla quale numerose donne dibattono a favore di Kaitlyn e dei diritti delle donne.

La protesta della ragazza è continuata tramite un sit-in di fronte al liceo che è stato anche ripreso dai giornalisti americani. Il preside, per difendersi, ha spiegato: “Non controllo gli indumenti intimi degli studenti. Noi chiediamo che vengano a scuola vestiti in modo appropriato e se non lo fanno gli viene chiesto di coprirsi“. Chiedere di indossare una felpa è un conto, sospendere dalle lezioni è un altro. Forse il preside si è espresso male. O forse non è chiaro che le donne sono emancipate da tempo.

Il reggiseno lo indossiamo per retaggio culturale, non perché ci piaccia farlo; e se non vogliamo metterlo, è un problema nostro. Scommetto che almeno una volta nella vita, anche i maschietti siano andati in giro senza mutande. Tu ragazzo che leggi, pensaci bene e ammettilo senza problemi: la comodità prima di tutto.

Di Giulia Pezzullo

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