Fare la pace è sempre più difficile che fare la guerra. Ma non tutti la pensano così. Come Paolo Veronesi, docente di Storia e Filosofia del liceo Cop
Fare la pace è sempre più difficile che fare la guerra. Ma non tutti la pensano così. Come Paolo Veronesi, docente di Storia e Filosofia del liceo Copernico di Pavia. Un professore che ha deciso di spendersi in prima persona per riappacificare gli studenti dopo i fatti verificatisi a fine giugno. Ma che cosa è successo esattamente?
È l’ultimo giorno di scuola e il clima di festa che dovrebbe contraddistinguere questa giornata improvvisamente si trasforma in una atmosfera di violenza e paura. Una tradizione di sfottò, a volte di qualche gavettone, tra gli studenti del Copernico e del Itis Cardano diventa un vero un assalto.
Dopo il lancio di alcuni fumogeni, alcuni ragazzi dell’Itis cercano di entrare al Copernico. Un vero e proprio blitz con botte e spintoni che non ha risparmiato nemmeno bidelli e docenti.
Con il docente del Copernico che ha avuto la peggio, aggredito mentre difendeva un suo collega. E che nonostante questo episodio, ha voluto mettere la faccia per far fare la pace agli studenti.
E dall’alto della sua esperienza trentennale di professore, ha sfidato gli scettici. Ed ha invitato i protagonisti di questa brutta storia a trarre insegnamento dalle sue materie.
“Se pensiamo a quello che è successo nella storia del 900, ecco forse la storia è la filosofia qualcosa ci insegnano: dopo qualunque conflitto si può cercare di ricostruire. Il dialogo è sempre faticoso ma è fondamentale”.
E animato da questo proposito, ha proposto agli studenti di far pace in modo originale: attraverso la lettura. E loro hanno apprezzato.
Mercoledì 25 una ottantina di ragazzi delle due scuole si incontreranno a metà strada tra Copernico e Cardano per leggere ad alta voce i loro libri preferiti. Un’idea fortemente voluta da Veronesi, che allontana però i riflettori da se stesso.
“Non facciamo questa iniziativa per me, ma perché è importante che si capisca che esista altro rispetto a quello che è successo a giugno”.
Un gesto semplice che può aiutare a ricucire. Perché a volte la lettura, può essere più educativa di una punizione.
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