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BUTAC : il sito che sfata fake news ha passato qualche giorno in prigione

BUTAC : il sito che sfata fake news ha passato qualche giorno in prigione

Un intero sito oscurato per un solo articolo, che ne pensi? #FacceCaso. BUTAC è l’acronimo di “Bufale Un Tanto Al Chilo”, l’obbiettivo principale di

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Un intero sito oscurato per un solo articolo, che ne pensi? #FacceCaso.

BUTAC è l’acronimo di “Bufale Un Tanto Al Chilo”, l’obbiettivo principale di quest’ultimo è quello di smascherare le Fake News usando come megafono BUTAC.it. Il sito in questione è stato sottoposto a sequestro preventivo il 6 aprile 2018: ciò conseguente ad una denuncia da parte di un medico oncologo che si fa promotore della medicina olistica (essa si concentra sulla cura della persone più che su quella della malattia la fine di raggiungere un equilibrio tra corpo e mente).

Il medico in questione nel 2015 era stato obbiettivo di un articolo dallo stesso sito dove veniva messa in dubbio la sua professionalità, le parole più pesanti sarebbero state quelle che mettevano in dubbio il diritto del medico in questione di rimanere iscritto all’albo.

Il 10 aprile il sito è di nuovo online interamente, eccetto l’articolo ritenuto diffamatorio il quale non è più visibile, lasciando spazio però a non poche polemiche e commenti. 

La cosa che mi ha sorpreso maggiormente è stata quella di aver oscurato interamente il sito per qualche manciata di ore invece di togliere solamente l’articolo in questione come era successo volte prima e anche come ha specificato la Federazione nazionale stampa italiana dichiarando che non c’è alcun motivo di oscurare un’intera piattaforma quando la denuncia si rivolge ad un solo articolo. 

Questa storia mi ha fatto venire in mente un incontro fatto qualche giorno fa a scuola: i protagonisti erano dei ragazzi della mia età circa che avevano affrontato un viaggio dalla loro terra.

No, non ci hanno raccontato delle turbolenze in aereo o del tramezzino del bar sui Freacciarossa che non è proprio il massimo; ci hanno raccontato dell’acqua che entrava nel gommone, delle persone che sono morte davanti ai loro occhi e di tutti i disguidi che ci possano essere a stare in 100 in un gommone da 20.

“Perchè sei voluto venire in Italia?” era questa la domanda più ricorrente ed uno dei ragazzi più grandi, leader di un partito opposto all’attuale governo nel suo paese, ha risposto che nella sua terra natale manca la libertà di stampa e di parola cosa che in Italia c’è, o almeno per ora. 

#FacceCaso.

Di Claudia Biasci 

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