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Ai posteri l’ardua sentenza: il professore omosessuale e una classe da buttare(?)

Ai posteri l’ardua sentenza: il professore omosessuale e una classe da buttare(?)

La nostra rubrica sui dubbi, sulle paure e anche sui giramenti di… testa che affliggono gli studenti italiani. Oggi parliamo di un bruttissimo episodi

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La nostra rubrica sui dubbi, sulle paure e anche sui giramenti di… testa che affliggono gli studenti italiani. Oggi parliamo di un bruttissimo episodio ai danni di un professore omosessuale.

La notizia da cui partiamo questa volta proviene dall’Emilia-Romagna, più precisamente da Imola. Il 16 maggio all’interno di una classe di in una scuola della città emiliana sarebbero apparse sulla lavagna delle scritte offensive rivolte ai danni di un professore omosessuale.

Apprendiamo del fatto tramite il sito Gaynews.it, sul quale un amico del docente ha pubblicato indignato la storia, parlando di frasi “con espliciti riferimenti alla sua omosessualità”.

L’evento non è chiaramente passato impunito, i responsabili sarebbero stati individuati in quattro ragazzi, ai quali il consiglio d’istituto straordinario, convocato per l’occasione, ha dato una sospensione tra i 7 e i 14 giorni con l’obbligo di svolgere lavori socialmente utili, inoltre la classe nella sua interezza ha dovuto scontare tre giorni di sospensione per omertà.

Il fatto è stato estremamente spiacevole e sono stati prontamente presi dei provvedimenti, ma mi vorrei in questa sede soffermare su ciò che ha in un certo senso permesso che ciò avvenisse. È noto come l’Italia a tutt’oggi non sia esattamente un paese estremamente all’avanguardia per quanto riguarda i diritti e la tutela delle coppie e delle persone omosessuali, ma in questo caso la discriminazione arriva proprio da chi si sta formando per diventare il cittadino di domani, il che non fa ben sperare per il futuro.

Inoltre l’altro elemento molto inquietante è che tutto ciò sia avvenuto all’interno delle mura scolastiche. È necessario, oltre che un dovere, che la scuola non sia solamente il luogo dove imparare nozioni di matematica, italiano, geografia e così via, dovrebbe anche educare alla vita in società, ad essere cittadini e persone, ai diritti e alla retta convivenza. Dovrebbe, per sua stessa missione, sopperire agli insegnamenti in questo senso che dovrebbero essere impartiti dalle famiglie qualora così non fosse, o integrarli qualora invece siano correttamente dati.

Il fatto stesso che questo episodio sia accaduto in una classe è la dimostrazione che qualcosa in questa attività è andato storto, o quantomeno non ha funzionato a dovere. Troppo spesso si sente parlare di omofobia, razzismo, bullismo all’interno delle scuole, raramente verso un insegnante, drammaticamente molto più di frequente verso altri compagni. Per questo non bisogna soffermarsi esclusivamente sul singolo episodio, perché oggi il docente è stato discriminato perché omosessuale, domani potrebbe accadere con un altro perché di colore.

Bisogna combattere questi problemi alla radice, per farlo è strettamente necessario che se ne parli nelle aule scolastiche, che si sottraggano delle ore al normale svolgimento delle lezioni tradizionali per parlare concretamente di diversità, integrazione e società. Solo così sarà possibile formare cittadini corretti gli uni verso gli altri, membri di una società attenta ai diritti di ognuno, rispettosa della diversità.

È dunque auspicabile che la scuola comprenda e svolga a pieno il ruolo che dovrebbe già avere da moltissimo tempo, ma ora come non mai è necessario cambiare passo e svolgerlo fino in fondo con convinzione e senza esitazione. In caso ciò avvenisse concretamente, riusciremmo effettivamente a vivere in un mondo migliore?

Ai posteri l’ardua sentenza.

#FacceCaso

Di Edoardo Frazzitta

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