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24 ore in Serbia: un’infarinatura di cultura e tradizioni

24 ore in Serbia: un’infarinatura di cultura e tradizioni

Le prime impressioni sulla Serbia e Belgrado secondo una giovane viaggiatrice! Una notte a Belgrado e una giornata intera per le strade e i paesini s

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Le prime impressioni sulla Serbia e Belgrado secondo una giovane viaggiatrice!

Una notte a Belgrado e una giornata intera per le strade e i paesini serbi non sono certo abbastanza per poter avere un’opinione completa sul Paese. Ma nel poco tempo a mia disposizione un’idea me la sono fatta.

Le grandi aspettative

Da anni fremevo dalla voglia di visitare la Serbia. La sua intricata storia delle eterne guerre civili con i popoli e i paesi confinanti, fino all’intervento della NATO nel 1999 e le bombe su alcune delle città principali. Ero curiosa e affascinata.

Che ne penso ora? Penso che per avere un’idea completa del Paese e della sua cultura sicuramente 24 ore non sono abbastanza. Ma rispetto alle grandi aspettative che avevo, la voglia di esplorala non dico che mi sia sparita ma è sicuramente diminuita. Ora vi spiego perché.

Belgrado

Belgrado, la capitale Serba si colloca proprio nell’incrocio tra due fiumi: il Danubio e la Sava. È una città viva, dove le persone amano divertirsi e mangiare bene. Per i giovani sicuramente è una città spassosa, piena zeppa di locali di tutti i tipi. Pesate solo che le sponde del fiume Sava sono costellate di barche in cui si balla tutta la notte e tutto il giorno.

Centro di Belgrado

Le strade principali del centro, dove si trova la Piazza della Repubblica, sono piene di negozi e bar deliziosi. Unica nota negativa: se ti ordini una birra non ti portano nemmeno due patatine da stuzzicare, neanche chiedendole espressamente!

Comunque Belgrado mi ha lasciato una bella impressione, servirebbe una settimana o almeno 5 giorni pieni per scoprirla tutta!

Piazza della Repubblica, Belgrado

I paesini

Viaggiando in macchina ho avuto modo di addentrarmi per le stradine secondarie e i paesini sperduti. Ma nonostante il tentativo di sfuggire alla noia dell’autostrada le campagne serbe non sono particolarmente belle dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. I piccoli paesini sono caratterizzati da una strada centrale affiancata da due fossati laterali e delle fasce di verde alle quali seguono casette piccole con tetto aguzzo. I paesini sono carini ed è curioso passarci nel mezzo.

Pranzo con vista sul Danubio

Una chicchetta: esiste una cittadina non particolarmente bella ma con una tradizione davvero particolare! Si chiama Leskovac ed è famosa per la sua Avajar, una deliziosa salsa di peperoni tipica della cucina serba che è stata anche premiata con il titolo di “presidio slow food”.

Curiosità: i problemi con il Kosovo

Volendo accedere alla Serbia con la macchina c’è da tenere in considerazione le ore da trascorrere alle frontiere. Anche se è una pratica molto vintage in questa parte del mondo, sia in entrata che in uscita dalla Serbia sono apportati i timbri sul passaporto. Il problema vero è che le code alle frontiere si formano perché ogni singola pagina del documento deve essere sfogliata per controllare che non si sia passati per il Kosovo in precedenza, in questo caso il timbro apposto dal Kosovo sarà coperto da un nuovo timbro serbo recante la dicitura “nullo”.

Le relazioni tra Repubblica del Kosovo e Repubblica Serba sono ancora molto tese. Il Kosovo, infatti, non è riconosciuto dalla Serbia come stato indipendente, anzi è considerato ancora come una sua provincia. Sarà possibile quindi entrare in Kosovo provenendo dalla Serbia ma sarà poi necessario rientrare in Serbia prima di lasciare definitivamente il Paese. Altrimenti non verrà apposto alcun timbro di uscita con il rischio di superare la durata massima del soggiorno possibile in Serbia e con la conseguenza di non potevi fare ritorno per molti anni.

#FacceCaso

Di Chiara Zane

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