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Climate Strike: protestare davvero o semplice scusa per saltare lezione?

Climate Strike: protestare davvero o semplice scusa per saltare lezione?

È questo il giorno scelto per il “Climate Strike”, lo sciopero globale che coinvolgerà moltissimi studenti di tutto il mondo, oltre 60 paesi. Obiettiv

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È questo il giorno scelto per il “Climate Strike”, lo sciopero globale che coinvolgerà moltissimi studenti di tutto il mondo, oltre 60 paesi. Obiettivo del giorno: manifestare contro il riscaldamento globale.

Climate Strike. Eh? Ora mi spiego meglio.

Tutto parte da una ragazza svedese di sedici anni, Greta Thunberg, che in maniera del tutto autonoma la scorsa estate non è andata a scuola per venti giorni, recandosi – invece – ogni mattina davanti al Parlamento di Stoccolma. Giorno dopo giorno ha aspettato il momento giusto per fare sempre la stessa richiesta ai vertici del Paese: ridurre le emissioni di gas a effetto serra, considerate una delle cause maggiori del cambiamento climatico.

Da lì, il movimento attivista è iniziato a proliferare fino ad arrivare in Italia, dove sono previsti già 109 appuntamenti. Fra questi, i “Fridays for Future” ovvero i “venerdì verdi”, che vedranno manifestazioni continue con lo scopo di far arrivare la voce degli studenti fino ai piani alti.

Chi partecipa

L’Italia però non è l’unico paese coinvolto in prima linea: Belgio, Germania, Francia e Regno Unito saranno infatti le nostre più grandi alleate in questo “clima” di movimenti.

Si vuole dare un segnale forte. I giovani hanno voglia di farsi sentire e non hanno paura di farlo. I giorni di scuola saltati quest’inverno sono, infatti, un monito per ciò che sta per succedere. Non ci sarà interrogazione, compito o esame che tenga: il 15 marzo i professori si troveranno con le aule vuote.

Dubbio Amletico

Da sempre si manifesta contro qualcosa o qualcuno, si scende in piazza per dire la propria e spesso la scuola è proprio il motivo principale per cui non si varca il cancello. Giovani spavaldi che fanno “picchetto” con lucchetti e catene per le biciclette (forse neanche per quelle), e matricole impaurite che, senza neanche saperne il motivo, pensano anche che gli ha detto fortuna, perché quel giorno c’era il compito di greco, ma quel compito di greco saltato lo faranno il giorno dopo, e nessun “grande vertice” noterà la differenza.

L’intento è nobile non c’è che dire, ma proprio per questo lo sarebbe ugualmente anche dopo il suono della campanella.

#FacceCaso

Di Ludovica Sampalmieri

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