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“Dipendenti”, così si sentono i nuovi avvocati del futuro

“Dipendenti”, così si sentono i nuovi avvocati del futuro

Presentati i risultati di un sondaggio sui giovani avvocati milanesi. I ragazzi non vivono affatto bene questa loro condizione lavorativa e, in molti,

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Presentati i risultati di un sondaggio sui giovani avvocati milanesi. I ragazzi non vivono affatto bene questa loro condizione lavorativa e, in molti, sono pronti a cambiare vita.

Alcuni giovani avvocati milanesi hanno partecipato ad un sondaggio i cui risultati sono stati resi noti in occasione di “Essere avvocati: dibattito sul Bilancio sociale 2017-2018 dell’Ordine di Milano”, e da cui risulta che molti di loro non si sentono professionisti, ma dipendenti.

Quella forense è una libera professione, ma quasi un terzo degli avvocati milanesi che hanno risposto al sondaggio, rivolto a tutti i 20 mila iscritti, si percepisce come lavoratore dipendente: il 30%, ma in maggioranza le donne (33,6%) rispetto agli uomini (25%). Al sondaggio hanno preso parte in 3.165 (55% donne) pari al 15,7% di iscritti, inclusi 742 praticanti abilitati.

È un numero considerevole per questo tipo di rilevazioni, un campione molto ampio dell’ambito considerato. Sotto l’aspetto dell’età anagrafica e dell’anzianità professionale è lo specchio della situazione delle nuove generazioni, valutando che la media di iscrizione all’Albo è di 15,3 anni; due terzi di quelli che hanno risposto si sono iscritti all’Ordine dopo il 2000 e un ulteriore quarto è iscritto dal decennio precedente.

In questa panoramica, quindi, sono particolarmente messe a fuoco le giovani generazioni di avvocati, quelle che dovranno più di altre confrontarsi con le nuove tecnologie, (viste dall’86% di loro come una opportunità), con le prospettive economiche (solo un terzo prevede miglioramenti nel prossimo futuro), con le modalità di lavoro dei grandi studi internazionali e la “monocommittenza” (cioè lo status e alcune garanzie contrattuali per coloro che, pur restando liberi professionisti, prestano la loro attività in grandi o piccoli studi, ma la svolgono su richiesta e indicazioni del titolare dello studio o del responsabile del dipartimento in cui operano).

Queste valutazioni dei giovani professionisti rappresentano la parte più innovativa di “Essere avvocati”, il bilancio sociale 2017-2018 dell’Ordine degli avvocati di Milano, redatto con il supporto scientifico di Sda Bocconi– School of management, che è stato presentato da Silvia Rota del gruppo di ricerca coordinato dal professor Giovanni Valotti nell’aula magna del Palazzo di giustizia di Milano.

La presentazione del bilancio sociale 2017-2018 è stato l’ultimo evento pubblico dell’attuale consiglio dell’Ordine degli avvocati di Milano: è scaduto il termine per la presentazione delle candidature dei 25 nuovi consiglieri e le votazioni si terranno dal 26 al 28 marzo prossimi.

#FacceCaso

Di Licia Oleandro

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