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Alta borghesia di qua, poveri di là: scuola di Roma nell’occhio del ciclone

Alta borghesia di qua, poveri di là: scuola di Roma nell’occhio del ciclone

La lettera di presentazione di una scuola di Roma scatena le polemiche. Da una parte i figli dell'alta borghesia, dall'altra i ceti medio-bassi. “La

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La lettera di presentazione di una scuola di Roma scatena le polemiche. Da una parte i figli dell’alta borghesia, dall’altra i ceti medio-bassi.

La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto, mentre il plesso di via Assarotti, situato nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario, accoglie alunni di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana”.

Il plesso di via Vallombrosa, sulla via Cortina d’Ampezzo accoglie, invece, prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli dei lavoratori dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti e simili)”.

No, non è uno scherzo. Né una simpatica messinscena architettata dal nostro ex Ministro dell’Interno. È tutto vero, sebbene ormai sul web non ve ne sia più traccia. Ciò che avete letto non è né più né meno che una lettera di presentazione dell’Istituto Comprensivo di via Trionfale, una scuola di Roma.

Vabbè, avranno hackerato il loro sito. Ti pare che una scuola scrive cose del genere di sé stessa; ti pare che si presenta in questo modo alle famiglie? E invece c’è da crederci, è tutto vero. Tant’è che, accortisi dell’errore marchiano, gli addetti al sito hanno prontamente tolto tutto. Peccato che al giorno d’oggi, è veramente difficile far sparire le proprie web-tracce. E Leggo ha fatto in tempo a salvare la pagina incriminata.

Perentoria la risposta del Ministro della Scuola Azzolina

Non si è fatta attendere la risposta del neo Ministro della Scuola, Lucia Azzolina. Tramite un post su Facebook, la ministra ha fatto sapere che “la scuola dovrebbe sempre operare per favorire l’inclusione. Descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso. Mi auguro che l’istituto romano di cui ci racconta oggi @leggoit possa dare motivate ragioni di questa scelta. Che comunque non condivido”.

È una storia vecchia, mi sono meravigliata che sia venuta fuori ieri”, dice la mamma di due iscritti, “già l’anno scorso il Consiglio d’istituto aveva invitato la preside a rimuovere quel passaggio incriminato e lei non l’aveva fatto”.

Speriamo possa presto cambiare idea sul valore dei ceti sociali, la signora preside.

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

 

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