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Il distanziamento sociale? Ha messo in moto la nostra fantasia

Il distanziamento sociale? Ha messo in moto la nostra fantasia

Il distanziamento sociale ha fatto male, vero. Ma ha anche messo in moto la fantasia di moltissimi imprenditori, che ne hanno voluto mitigare gli effe

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Il distanziamento sociale ha fatto male, vero. Ma ha anche messo in moto la fantasia di moltissimi imprenditori, che ne hanno voluto mitigare gli effetti.

Quanto è stato lungo e faticoso il distanziamento sociale? L’inizio della quarantena, i rapporti interrotti all’improvviso e una lacerante solitudine che lasciato posto al solo silenzio. Ci siamo buttati tutti sulla pizza (c’è chi ha ancora panetti di lievito a casa, comprati al mercato nero), o sulle canzoni urlate dalle finestre, pur di continuare a sentire qualcosa.

Poi, qualche tempo dopo, come per magia, si sono riaperte le porte della relazione. Ad oggi, naturalmente, sarebbe necessario ancora evitare assembramenti e limitare i contatti con le altre persone. Ma sarebbe anche sciocco, senz’altro, far finta che le persone stiano rispettando queste regole; ormai dettate più dal senso di giustizia e dalla morale personale che dallo stato e dalle forze dell’ordine.

La paura del distanziamento

In tutto ciò, moltissimi locali si sono dovuti riorganizzare con le regole (a loro sì, ancora) imposte. Nessun assembramento, tavoli distanziati nei ristoranti e poltrone vuote in cinema e teatri. Mascherina quando si entra nel negozio e via discorrendo.

È sorto e cresciuto così un sottobosco di fantasia imprenditoriale, che ha visto protagonisti proprio loro: i gestori dei locali. Ognuno di loro si è spremuto per bene le meningi in queste settimane, per trovare modalità di distanziamento che non pesassero ai propri clienti. O che diminuissero quel senso di malattia e infezione che ancora ci portiamo dentro.

Pensate che al “Al Five Dock Dining” di Sydney, in Australia, hanno pensato di riempire i tavoli vuoti con sagome di cartone dei clienti. Come se fosse tutto come al solito.
Carina anche l’idea di un ristornate di Amsterdam, che ha posizionato ciascun tavolo all’interno di una piccola serra, in modo che i commensali potessero essere separati dagli altri clienti.

E sono ancora moltissime le idee messe a punto dai vari locali in giro per il mondo, proprio per ovviare al distanziamento sociale. SKyTg24 ne ha raccolta qualcuna, per cui se volete trarre spunto o siete semplicemente curiosi, potete cliccare qui. E FateciCaso!

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

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