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Reciprocal teaching: quando l’insegnamento fa gioco di squadra… E vince!

Reciprocal teaching: quando l’insegnamento fa gioco di squadra… E vince!

Reciprocal teaching: nuove strategie d’insegnamento. Vediamo quali step sono necessari per ottimizzare attenzione e comprensione. Dal reciprocal teac

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Reciprocal teaching: nuove strategie d’insegnamento. Vediamo quali step sono necessari per ottimizzare attenzione e comprensione.

Dal reciprocal teaching al reciprocal thinking. Via libera alle nuove strategie d’insegnamento reciproco, anche se a distanza, seguendo le regole del gioco (e dell’apprendimento) di squadra.

Le statistiche affermano che il lavoro di squadra o team work – sì dai, che fa più english – ormai ha assunto un ruolo determinante nella realizzazione del proprio dream work. E allora: very well! (Traduazione: “Tutto molto bello, ci piace assai!”)

Ma l’approccio de “l’unione fa la forza” può essere applicato anche ai metodi di insegnamento e apprendimento? Oh, yes! (Traduzione: “E che me lo chiedi pure!?”) But chiamatelo reciprocal teaching.

Dicono di lui

Il reciprocal theaching (traduzione: “L’insegnamento reciproco”) genera un’attività di apprendimento, per l’appunto, reciproco. In esso tutte e due le parti della comunicazione imparano e insegnano a vicenda. Il pensiero è frutto di uno studio da parte di Ann Brown e Annemarie Palincsar. Da brave studiose dei processi metacognitivi, hanno inizialmente introdotto questa strategia mirante al miglioramento della comprensione della lettura negli studenti. In questa maniera si cerca di attraversare lo stadio iniziale della comprensione, ovvero quello di approccio al testo in cui lo studente può riscontrare grandi difficoltà, ma risolvibili. Però prima uno scambio di ruoli!

Il docente diventa studente e viceversa, per poi intraprendere il percorso articolato in quattro fasi per attivare i meccanismi cognitivi: riassumere per invogliare al confronto, chiedere per curare la forma, chiarire per risolvere dubbi e predire per stimolare la creatività.

Squadra che vince non si cambia

Dal teaching al thinking: è qui che subentra la partecipazione della classe. Dalla comprensione iniziale, all’interazione di gruppo, fino ad arrivare al concetto qualitativo di brainstorming! Il target è quello di chiarire le idee sulle cosiddette “zone grigie” avviando il seguente approccio di reciprocal thinking, basato su scambi di elaborazioni personali e punti di vista differenti. Questa idea ha catturato l’attenzione di molti istituti scolastici che hanno voluto incorporare il nuovo metodo al fine di una migliore valutazione, soprattutto in materie come l’educazione civica. E la distanza? No, non danneggia troppo lo schema di questo apprendimento collaborativo, che ancora sopravvive dietro uno schermo…

#FacceCaso

Di Eleonora Santini

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