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Covid, seconda ondata: ma cosa c***o c’entrano le scuole?!

Covid, seconda ondata: ma cosa c***o c’entrano le scuole?!

Secondo uno studio di un gruppo di medici e scienziati italiani le scuole non sarebbero tra le cause responsabili della seconda ondata di Covid. Inno

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Secondo uno studio di un gruppo di medici e scienziati italiani le scuole non sarebbero tra le cause responsabili della seconda ondata di Covid.

Innocenti fino a prova contraria. Le scuole non sono state responsabili della seconda ondata di Covid. Le scagiona dalle accuse uno studio condotto da cinque medici e scienziati italiani, che dimostra con i dati come l’andamento del fattore RT non sia dipeso dalle lezioni svolte in classe. Anzi, in qualche caso è vero il contrario. Laddove sono state riaperte prima si è riscontrato addirittura un tasso di diffusione del virus inferiore ad alcuni luoghi dove la ripresa scolastica è avvenuta più tardi.

Gli autori della ricerca sono l’epidemiologa Sara Gandini dell’Istituto europeo di oncologia di Milano, i professori di medicina e biologia Luca Scorrano e Francesco Cecconi, il medico legale Maria Luisa Iannuzzo e il biostatistico Maurizio Rainisio.

Secondo i risultati del loro lavoro, meno del 7% dei nuovi focolai trovati tra ottobre e novembre hanno avuto origine tra i banchi. Incrociando i dati del MIUR con le banche dati dell’Istituto superiore di sanità e delle singole regioni vengono alla luce numeri infimi. Dei tamponi eseguiti a studenti e personale scolastico, a seguito di un positivo nello stesso istituto, ne sono risultati positivi meno dell’1%. E se, invece, il tasso di incidenza dei nuovi contagiati sulla popolazione è risultato tra gli insegnanti più alto rispetto alla media è solo perché si sono effettuati un numero molto più elevato di test. In alcuni casi fino a 18 a settimana.

Alla luce di questi dati, sembra strano che da un mese ci si interroghi su quando sia più opportuno riaprire le scuole. A quanto pare, i problemi sarebbero da cercare altrove. Tipo nei trasporti. Infatti, proprio in preparazione del rientro in classe, per ora fissato al 7 gennaio, il governo si sta muovendo per cercare soluzioni agli affollamenti di autobus e metro. Perché comunque la ricerca parla di contagi avvenuti dentro le mura scolastiche. Ma se poi fuori i controlli sono quasi assenti, le regole farraginose e il buon senso scarseggia, far applicare i protocolli solo agli studenti in aula diventa del tutto inutile.

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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