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Cavalieri della Repubblica 2020? Ho intervistato la più giovane: Serena Piccolo!

Cavalieri della Repubblica 2020? Ho intervistato la più giovane: Serena Piccolo!

Oggi intervistiamo la più giovane tra i Cavalieri della Repubblica 2020, Serena Piccolo ha solo 18 anni ma una grande storia da raccontare. Serena Pi

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Oggi intervistiamo la più giovane tra i Cavalieri della Repubblica 2020, Serena Piccolo ha solo 18 anni ma una grande storia da raccontare.

Serena Piccolo aveva solo 17 anni quando ha scoperto di essere affetta da una rara malattia: l’aplasia midollare. Dopo una campagna di sensibilizzazione straordinaria e dopo aver trovato il suo donatore (un tedesco, che ci piace immaginare alto, bello e forte!!) è stata premiata tra i Cavalieri della Repubblica da Mattarella, soprattutto per la sua scelta di sostenere l’esame di maturità in presenza.

Com’è stata la prima fase di “conoscenza” con la malattia?
All’inizio c’è stata la negazione: sono sempre stata sana come un pesce, mai una febbre, mai nulla. Non era concepibile stessi male. Dopo la prima settimana ho realizzato che la situazione era più complessa e volevo capire cosa avessi, non sapere era peggio di una brutta verità. La risposta è arrivata dopo un paio di settimane, si trattava di aplasia midollare, era una brutta risposta ma almeno era una risposta…

Chi sono le persone che hanno in qualche modo contribuito al tuo percorso?
I miei genitori sono stati entrambi molto presenti quando ero a Napoli, trasferita a Roma poi ho vissuto principalmente con mio padre che ha potuto prendersi del tempo dal lavoro. Ma mi hanno tenuto compagnia anche le persone che mi scrivevano e le quelle che si sono tipizzate: quando io e papà abbiamo iniziato la campagna di sensibilizzazione con ADMO sapevamo che era difficile trovare un donatore nel proprio paese o nella propria città, ma l’amore che mi è stato dimostrato è stato importante in quel periodo buio. Anche i medici sono stati estremamente importanti, mi sono sempre fidata di loro. Li ho contrastati solo una volta, lo devo ammettere, ma era perché desideravo davvero tornare a scuola per fare la maturità.

Ecco, parliamo di maturità, sei la più giovane tra i Cavalieri della Repubblica di quest’anno, Mattarella è rimasto molto colpito dalla tua storia, mi racconti com’è stato l’orale?
Da quando ho messo piede dentro il liceo, che non vedevo da Novembre 2019, è stato un continuo di sorrisi e pianti. La prima persona che ho incontrato è stata la collaboratrice scolastica, poi tutti i professori. Ho parlato di Orwell, di Pirandello e della Prima guerra mondiale. Durante l’orale mi sono emozionata diverse volte, ma i professori sono stati molto comprensivi. Ho un bel ricordo dell’esame.

E ora… come procede l’università?
Benone dai, a breve ho l’esame più importante del semestre che è Biologia. Mi sono iscritta a CTF perché sono da sempre portata per le materie scientifiche. Sai…inizialmente volevo prendermi un anno sabbatico da dedicare a me stessa ma i miei genitori mi hanno fatto pensare che potevo anche solo seguire senza dare esami, giusto per non ritrovarmi annoiata. Sono contenta di aver colto il loro suggerimento, le materie mi piacciono e pur non andando in presenza ho conosciuto un gruppo di persone con cui ho stretto molto.

Adesso domanda cliché: una canzone o una frase che ti piace particolarmente?
Allora… la mia canzone di riferimento durante tutto questo tempo è “Every Breath You Take” a cui associo un duplice significato. La canzone dice “ogni sospiro che fai, ogni mossa che fai, ogni legame che rompi, ogni passo che fai… io starò a guardarti”, e continua su questa linea. Io ci vedevo la vecchia me felice e spensierata che supportava la me in ospedale, ora però mi fa anche pensare alla persona che sono ora, sicuramente più forte di prima e che non dimenticherà mai questo percorso. Un’altra citazione che amo è di Oscar Wilde, quest’anno ho letto diverse volte il De Profundis poiché mi rivedevo nel concetto di “prigionia”. Una delle mie frasi preferita parla del dolore, l’ho anche postata su Facebook e dice “il dolore è di quanto più delicato esista sulla terra”.

Alla fine, prima di salutarci, ho chiesto a Serena un messaggio per invitare le persone a tipizzarsi…
La donazione è un gesto praticamente piccolo, ma i suoi effetti sono enormi. Salvi fisicamente una sola persona, ma anche tutte coloro che le sono accanto. Quando doni, non sai a chi donerai e la persona che verrà salvata dal tuo gesto non saprà mai chi sei, nonostante ciò, l’amore che è legato alla donazione va ben oltre il conoscersi. Io sarò sempre grata al mio donatore tedesco.

E voi giovany… fidatevi dei consigli dei Cavalieri della Repubblica: tipizzatevi e donate!

#FacceCaso

Di Martina Borrello

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