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Scuola, un anno di disagi. Ma adesso sarebbe bello dire “basta”

Scuola, un anno di disagi. Ma adesso sarebbe bello dire “basta”

Dalla prima chiusura di marzo 2020 è passato più di un anno. Eppure, i cancelli sono ancora sbarrati e gli studenti di nuovo a casa. Per quanto ancora

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Dalla prima chiusura di marzo 2020 è passato più di un anno. Eppure, i cancelli sono ancora sbarrati e gli studenti di nuovo a casa. Per quanto ancora?

4 Marzo 2020. L’allora Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina annunciava una chiusura temporanea delle scuole in tutta Italia, anticipando di qualche giorno un lockdown totale destinato a passare alla storia. Oggi, a poco più di un anno di distanza da allora, siamo di nuovo al punto di partenza.

Da ieri, infatti, gran parte del Paese è piombato di nuovo in zona rossa e migliaia di studenti saranno costretti a fare lezione interamente a distanza. Perciò ci chiediamo: cosa è cambiato negli ultimi 365 giorni? O meglio, che cosa è stato fatto per evitare che la storia potesse ripetersi?

La soluzione inizialmente elaborata dalla Azzolina per l’anno scolastico 2020 – 2021 era un acquisto massiccio di banchi singoli a rotelle, pensati per poter garantire la distanza di sicurezza nelle aule. E stando ai resoconti ufficiali, sarebbero stati spesi quasi 120 milioni di euro (anche se qualcuno parla di addirittura 3 miliardi) per questi particolari arredi, ma in molte scuole non sono mai arrivati.

A questo punto, le stesse risorse sarebbe stato meglio investirle in un programma di digitalizzazione di massa, volto a ridurre il digital divide che c’è fra gli studenti italiani e a colmare le lacune che un bel po’ di docenti hanno quando si parla di informatica. Ma non è stato questo lo sbaglio più pesante.

L’errore più grave è stato probabilmente quello di mettere in sicurezza gli istituti senza però pensare a tutto ciò che orbita attorno alla scuola, come ad esempio il trasporto pubblico. A Roma, ossia nella città più popolosa d’Italia, l’ATAC ha iniziato ad implementare le corse soltanto ad inizio novembre, quasi due mesi dopo l’inizio dell’anno scolastico.

Ad oggi, in ogni caso, il più grosso limite del sistema scuola resta l’assenza di un sistema collaudato di tracciamento dei contagi tra gli studenti. Perciò adesso diteci, cosa avete da dire a vostra discolpa care le mie istituzioni? Cos’è che non avevate, il tempo? O i soldi? Beh, è passato un anno e di soldi ne avete spesi persino per i monopattini. Non vorrete dirmi che la scuola sia meno importante…

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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