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Poi mi ha detto che non gli piaceva la carbonara…

Poi mi ha detto che non gli piaceva la carbonara…

I fattori che determinano i nostri gusti alimentari, dai primi mesi di vita alla socializzazione. Tipo la Carbonara. Si dice che Cesare placò gli ani

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I fattori che determinano i nostri gusti alimentari, dai primi mesi di vita alla socializzazione. Tipo la Carbonara.

Si dice che Cesare placò gli animi tumultuosi dei suoi soldati, dovuti ad un piatto di asparagi col burro, dicendo “De gustibus non est disputandum” ovvero “I gusti non si discutono” invece, caro Cesare, ti sbagli. E non stiamo parlando della carbonara…
Se il nostro cervello non collegasse i sapori con la percezione del gusto probabilmente mangiando potremo percepire solo 5 sensazioni: dolce, amaro, acido, salato e umami (come quello della carne) comunemente chiamati sapori. Il gusto invece è l’incontro di tante altri fattori ovvero la temperatura, l’odore, la consistenza, il tatto che determinano la creazione di infiniti gusti.
Ma finisse qui sarebbe troppo semplice, elementare.

Ecco (alcuni tra) i fattori che determinano i nostri gusti:

  • Latte della mamma: torniamo indietro ai nostri primi mesi di vita. Il latte materno cambia sapore a seconda di cosa mangia la mamma nel periodo della gravidanza quindi crescendo siamo soliti ricercare quegli stessi sapori. Le papille gustative si sviluppano dai 2 ai 5 mesi di età. Ad esempio i bambini che assumono latte di un sapore, più amaro o acido apprezzeranno alimenti dai gusti particolari crescendo.
  • I geni (quelli senza lampada): ebbene sì, i gusti dipendono anche dal nostro DNA, fanno parte del patrimonio ereditario, sono infatti i geni che influenzano la percezione del gusto gestita poi da dei veri e propri neuroni gustativi. Prendiamo come esempio il sapore amaro per il quale molti provano un disgusto, al contrario del dolce che ha molte più probabilità di essere gradito. Secondo un esperimento che consiste nel poggiare una cartina contenente una concentrazione di PTC (sigla scientifica del fattore che determina un gusto amaro) possiamo dividere le persone in tre gruppi secondo la percezione di questo: “Non taster”, “Medium taster” e “Super Taster” , è stato provato che sia la caratteristica dell’eccessiva sensibilità per l’amaro sia per il contrario sono ereditarie.
  • Fattori psicologici: il nostro cervello tende a creare associazioni causa-effetto in ogni campo, “L’apprendimento delle sostanze nutritive” consiste nell’associare un alimento a ciò che esso provoca nel nostro corpo e quindi non valutarne realmente il gusto. Ad esempio se mangiassimo delle caramelle alla ciliegia assoceremo quel sapore alla vitalità che ci viene data dagli zuccheri. Un altro aspetto è “l’apprendimento sociale” ovvero imitare ciò che le persone intorno a noi sono solite mangiare per sentirci integrati.

#FacceCaso

Di Claudia Biasci

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