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Lauree in lingua inglese, where are you?

Lauree in lingua inglese, where are you?

Scopriamo insieme quali sono i paesi che offrono il maggior numero di corsi di laurea in lingua inglese in Europa. Al giorno d'oggi avere una buona c

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Scopriamo insieme quali sono i paesi che offrono il maggior numero di corsi di laurea in lingua inglese in Europa.

Al giorno d’oggi avere una buona conoscenza della lingua inglese è fondamentale se si vuole fare strada nel mondo del lavoro. D’altronde già qualche tempo fa vi avevamo parlato delle varie certificazioni linguistiche e della loro importanza nel vostro curriculum.

Oggi invece ci concentriamo sulle Università che offrono corsi di laurea in lingua inglese. In particolare scopriamo quali sono i paesi europei (escluso il Regno Unito) che più di tutti si sono impegnati ad ideare dei programmi per favorirne l’introduzione all’interno degli atenei.

Fra i più attivi c’è sicuramente la Germania che, stando al portale britannico The Complete University Guide, vanta più di 800 corsi in lingua inglese varati a livello universitario. Secondo la Daad, invece, i corsi sarebbero addirittura 1.569 se consideriamo anche dottorati e specializzazioni biennali.

Buoni numeri anche per la Francia che ha avviato oltre 450 programmi. Di questi, però, solamente 33 sono dedicati ai corsi triennali; la maggior parte, infatti, rimane appannaggio delle lauree magistrali.

Meritano una menzione anche i “piccolissimi” Paesi Bassi che presentano più o meno la stessa quantità di corsi della Germania pur avendo un numero di abitanti nettamente minore. E l’Italia? A che punto è il Belpaese sotto questo aspetto?

La risposta ce la fornisce il portale Universitaly che parla di circa 339 programmi attivi sulla penisola. Una cifra decisamente modesta se paragonata a quella delle potenze europee sopra citate e che diventa a dir poco ridicola se proviamo ad accostarla a quella dei minuscoli Paesi Bassi.

Ma perché l’Italia offre un numero così ridotto di corsi di laurea in lingua inglese? E’ un problema puramente economico o anche culturale? Forse si ha paura di svalorizzare l’italiano, la lingua musicale per eccellenza?

Una risposta in tal senso ce la dà direttamente (o indirettamente) l’Accademia della Crusca. L’istituto fiorentino non si oppone all’introduzione di corsi di laurea in lingua inglese ma teme che la scelta di una lingua straniera diventi una semplice “vetrina per ragioni d’immagine”.

Insomma, per la Crusca va bene l’inglese ma guai a chi la sostituisce alla lingua della tradizione: l’italiano. Ma nessuno di noi vuole cancellare le proprie origini (almeno spero), semplicemente non vogliamo rimanere tagliati fuori da un mondo che ormai è sempre più british.

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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