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Tesi di laurea, che fine fate?

Tesi di laurea, che fine fate?

Indegna scoperta a Palermo: mesi e mesi di lavoro finiti nella spazzatura. #FacceCaso. Il progetto della tesi di laurea è una di quelle cose che rima

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Indegna scoperta a Palermo: mesi e mesi di lavoro finiti nella spazzatura. #FacceCaso.

Il progetto della tesi di laurea è una di quelle cose che rimangono in eterno nella vita di una persona: c’è chi la custodisce gelosamente in un angolo della casa, o l’ha generosamente regalata ai genitori.

È il coronamento di un percorso, non solo di quei 5 anni ma di tutta una vita scolastica. E certamente, vedere quel percorso culminare in un puzzolente secchio dell’immondizia, deve far veramente rabbia.
Succede a Palermo, non vi sto raccontando una storia inventata. Tesi di laurea nella spazzatura.

Le vittime di questo episodio sono gli studenti dell’anno accademico 2017-8 dell’Università di Palermo. Come riporta infatti Palermo Today, sono molti gli ex studenti a protestare: “Anziché farci spendere fior fiori di quattrini per stamparle perché vogliono il cartaceo, si accontentino dei Pdf che almeno si risparmia lo scempio! “, afferma Mariana.

“Ovviamente è obbligatorio stamparne un tot numero di copie per  poi “riciclarne” la carta. Vergognoso”, continua Rita.

Si pensa anche a soluzioni alternative, come quelle di Annalisa e Federico: “Basterebbe renderle ai laureandi con le pergamene e restituirle agli autori. Non mi pare impossibile, e se vengono gettate via vuol dire che non servono per l’archivio.”

Almeno si fornirebbe loro la libertà di scelta, e dubito fortemente che farebbero fare alle loro povere tesi di laurea la stessa ignobile fine…

I ragazzi di Progetto Universitario, ad ogni modo, non puntano il dito contro alcun professore: “L’unico obiettivo è dire stop agli sprechi, insieme.”
“Nessuna battaglia, non interessa a nessuno
– afferma Antonino Tripi dell’associazione – ma tutti i dipartimenti dovrebbero uniformare i propri regolamenti, richiedendo allo studente una sola copia cartacea e una in formato digitale.”

Ma dalla Scuola di Scienze Umane e del Patrimonio Culturale, la risposta non si fa attendere, ed è per mano del professor Girolamo Cusimano: “Già da tempo l’intenzione è di procedere a dematerializzare il più possibile, per tagliare ogni spreco. Non chiediamo più agli studenti di stampare tesi o lavori conclusivi: i nostri corsi, come tanti altri, prevedono ormai la sola validazione on line della tesi digitale.”
Molto interessante, ma allora come ci sono finite quelle tesi nella spazzatura?

#FacceCaso.

Di Emanuele Caviglia

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