Carolina Picchio, prima vittima riconosciuta di cyberbullismo, avrà un degno riconoscimento per le atrocità subite. Una BellaStoria, nata da una trage
Carolina Picchio, prima vittima riconosciuta di cyberbullismo, avrà un degno riconoscimento per le atrocità subite. Una BellaStoria, nata da una tragedia che può insegnare molto.
È stato bandito a Pavia il primo premio di Laurea dedicato a Carolina Picchio, prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Italia, diventata in questi anni un esempio per i ragazzi.
I dettagli del premio
Il premio è di 1000 euro, ed è messo a disposizione dal padre della ragazza, Paolo Picchio, presidente onorario della Fondazione Carolina. Si rivolge ai laureati tra il 2017 e il 2018 nelle facoltà di Psicologia, Scienze dell’Educazione, Programmazione e gestione dei servizi educativi o Scienze dell’Educazione in qualsiasi Ateneo italiano. Saranno premiate le migliori tesi di laurea dedicate alla “Prevenzione e contrasto alle relazioni aggressive ne contesto scolastico”. Le domande per partecipare dovranno essere inviate entro il 19 marzo 2019 secondo la procedura indicata su QUESTO SITO, nella sezione “premi di studio”.
L’amara storia
La giovane morì suicida a 14 anni nel 2013, dopo essere stata presa di mira sui social. La ragazza avrebbe sicuramente intrapreso gli studi in Psicologia, specializzandosi poi in Pedagogia. È stato istituito, inoltre, da un anno, un protocollo di collaborazione tra il dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia e la Fondazione Carolina, per il monitoraggio dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. C’è anche una collaborazione con il laboratorio di Ricerca diretto dalla Professoressa Maria Assunta Zanetti, soprattutto incentrato sulla definizione di percorsi di formazione rivolti agli adulti con responsabilità educative.
Le reazioni al premio
Il direttore generale della Fondazione Carolina ha affermato che la loro parola magica è “Condividere”, per aprire le porte del confronto intergenerazionale, del rapporto tra genitori e figli, per trasmettere a loro i valori universali alla base della formazione dell’individuo. Il padre della ragazza si è detto orgoglioso e commosso nel promuovere questa iniziativa, per sostenere i giovani che studiano nel cimentarsi alla pratica più importante, ma molto sottovalutata, dedicata alla comunità dell’educazione. C’è tanto entusiasmo e riconoscenza in questa importante iniziativa, che si spera possa aiutare i tanti ragazzi vittima di bullismo e cyberbullismo che spesso non trovano il coraggio di raccontare quanto gli succede.
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