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Cultura feat. digitale: a febbraio arriva una nuova piattaforma

Cultura feat. digitale: a febbraio arriva una nuova piattaforma

In questi giorni è stata ufficialmente approvata: ecco la nuova piattaforma dedicata alla cultura italiana che ha conquistato (noi e) le frontiere del

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In questi giorni è stata ufficialmente approvata: ecco la nuova piattaforma dedicata alla cultura italiana che ha conquistato (noi e) le frontiere del digital, ma che fa storcere il naso a chi di cultura se ne occupava già.

È in arrivo nel mese di febbraio (il 2021 promette bene, dai) la nuova piattaforma della cultura italiana che non ha ancora un nome ufficiale. Quindi, per ora, accontentiamoci di definirla la “Netflix della cultura italiana”, come ha dichiarato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini.

Il progetto ha preso forma in pieno lockdown, quando ad aprile l’esigenza e il richiamo alla normalità erano seppelliti dall’emergenza pandemia. E la cultura? È stata spinta verso un percorso di rimodellamento digitale: la nuova era della cultura 2.0 nata da un’urgenza ma che continuerà ad esistere anche dopo.

Il binomio cultura e digitalizzazione all’interno del progetto di MiBACT (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) e CDP (Cassa Depositi e Prestiti) risulta essere la soluzione più efficace per la ripresa di uno dei settori più colpiti, quello delle performing art: “Stiamo ragionando sulla creazione di una piattaforma italiana – ha puntualizzato lo stesso Franceschini – che consenta di offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento”.

E con l’investimento iniziale, che ha previsto 10 milioni di euro da parte del Ministero, 10 milioni di euro da parte di CDP e 9 milioni di euro da parte di Chili Spa, – società nel settore di servizi tv on demand con quattro milioni di utenti – si concretizza il progetto basato su un’idea di promozione e sostegno culturale.

In questa direzione si muoverà la nuova piattaforma, strutturata in diversi canali che spazieranno dall’opera al teatro e dalla musica ai musei, coinvolgendo i più grandi e aiutando i più piccoli nella loro crescita attraverso inclusioni a pagamento e non.

Una complessa operazione, tra l’altro, in aperta concorrenza con la Rai: c’è già chi ha tirato fuori le critiche, come nel caso del presidente della commissione di Vigilanza che, prontamente, ha voluto specificare le diverse incompatibilità con le molteplici piattaforme che “mamma Rai” già dispone all’attivo, dal momento che l’azienda “resta uno dei principali veicoli di trasmissione culturale dell’Italia”.

Staremo a vedere, e chissà su quale canale…

#FacceCaso

Di Eleonora Santini

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