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Mobilità Erasmus, novità del 2018: parti con i soldi in tasca… e non quelli dei tuoi!

Mobilità Erasmus, novità del 2018: parti con i soldi in tasca… e non quelli dei tuoi!

Al via il "nuovo"Erasmus, che tra gli studenti ha sempre più appeal. Chi da studente universitario non ha mai pensato almeno per una volta di partire

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Al via il “nuovo”Erasmus, che tra gli studenti ha sempre più appeal.

Chi da studente universitario non ha mai pensato almeno per una volta di partire per l’Erasmus? Alzando la mano, sarete sicuramente in pochi. La stragrande maggioranza di voi ci ha fatto più di un pensierino durante la sua vita universitaria e ce l’ha fatta a partire, ad abbracciare quella mobilità di cui molti parlano.

Un viaggio che in molti rifarebbero due volte, senza nemmeno pensarci; desiderosi di tornare nuovamente con la valigia carica di emozioni e ricordi. Un programma, quello Erasmus, che ha di fatto cambiato il modo di fare istruzione e da quest’anno, presenta alcune importanti novità. Potremmo chiamarla una mini-rivoluzione con l’obiettivo di incrementare la mobilità degli studenti.

Proprio in quest’ottica, il Miur ha deciso di dare un sostanziale ritocco ai finanziamenti.

Vengono destinati alla mobilità internazionale cinquanta milioni di euro, una crescita importante rispetto un anno fa (+6,5%) e anche dall’UE arrivano più fondi. Per quanto riguarda i tirocini, la Commissione europea ha deciso di attribuire dall’anno accademico 2017/2018, un contributo più ricco, pari a 700 euro mensili, per chi partirà verso mete fuori dall’Ue.

Un’altra misura è rappresentata dal fatto che si potranno dare più soldi agli studenti con meno disponibilità economiche. Nel decreto è previsto, infatti, un’integrazione delle borse Erasmus pari a 400 euro al mese, per chi ha un ISEE sotto i 13 mila euro.

Ma la novità più importante di questo pacchetto di misure è che gli studenti avranno il  50% dei soldi in tasca prima della partenza, cosa che precedentemente non avveniva. Fino ad oggi, infatti, la prima parte della borsa veniva erogata entro 30 giorni dalla firma dell’Erasmus, la restante al rientro.

Si cerca anche in questo modo di aiutare gli studenti che, per le spese supplementari, possono fare poco affidamento sulla famiglia. E che spesso, per questo motivo, sono costretti a sobbarcarsi un lavoro durante l’Erasmus, o a scegliere solo le mete più economiche. Insomma con queste novità si cerca di dare nuova linfa al programma di scambi internazionali, per far sì che sia il più possibile inclusivo, non lasciando fuori nessuno.

#FacceCaso

Di Luca Pennacchia

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